Una dimora storica per la nostra tradizione di famiglia
Nel 1872 il nostro bisnonno, Vincenzo Nicolini, e il fratello Luigi acquistarono la macchia della Santissima Trinità e parte dell’area denominata Querce d’Orlando, citata nella Tabula Peutingeriana (III/IV secolo d.C.).
“Vincenzo e il fratello Luigi iniziarono allora a bonificare il terreno piantando viali di cipressi e pini. Sebbene non sia sopravvissuto alcun disegno o mappa, senza dubbio l’intero parco fu piantato (si parla di 1 milione di pini) tra il 1894 e il 1895….La continuità nella disposizione degli alberi e dei viali fa del parco un unico corpus”.*
La Trinità, L’importanza archeologica e storica dell’area conosciuta come La Trinità e Querce d’Orlando, Dr. Mary Jane Cryan, 1998.
In questo stesso parco nel 1889 fu ritrovato all’interno di un mausoleo un magnifico sarcofago marmoreo delle Stagioni o delle Ghirlande (120 d.C.). Sul coperchio erano raffigurate scene del mito di Teseo e Arianna e le stagioni. Oggi è conservato al Metropolitan Museum di New York.
Da questo sito proviene anche un bassorilievo nenfro con gladiatori in battaglia che, dopo aver abbellito il cortile del Museo Civico di Viterbo, venne nascosto nei magazzini del Museo Archeologico della città, presso la Rocca Albornoziana.
Fu solo nel 1892 che Vincenzo ampliò la casa padronale sorta sui resti di un’antica costruzione fino a darle la forma attuale secondo un proprio progetto.
La nostra Famiglia ha restaurato scrupolosamente la villa che ricorda i tempi passati per offrire il comfort odierno, così come il parco di 20 ettari, valorizzandone il valore storico e il significato paesaggistico al fine di mantenere e rafforzare il suo fascino di parco romantico di inizio XX secolo, aggiungendo caratteristiche da cespugli di bosso, viburno e alloro.
Siamo stati sensibilmente assorbiti dall’ispirazione del nostro bisnonno che rivelava la nostra identità familiare attraverso la nostra proprietà e ora siamo custodi di una tradizione che trasmetteremo ai nostri figli.
“Vincenzo e il fratello Luigi iniziarono allora a bonificare il terreno piantando viali di cipressi e pini. Sebbene non sia sopravvissuto alcun disegno o mappa, senza dubbio l’intero parco fu piantato (si parla di 1 milione di pini) tra il 1894 e il 1895….La continuità nella disposizione degli alberi e dei viali fa del parco un unico corpus”.*
La Trinità, L’importanza archeologica e storica dell’area conosciuta come La Trinità e Querce d’Orlando, Dr. Mary Jane Cryan, 1998.
In questo stesso parco nel 1889 fu ritrovato all’interno di un mausoleo un magnifico sarcofago marmoreo delle Stagioni o delle Ghirlande (120 d.C.). Sul coperchio erano raffigurate scene del mito di Teseo e Arianna e le stagioni. Oggi è conservato al Metropolitan Museum di New York.
Da questo sito proviene anche un bassorilievo nenfro con gladiatori in battaglia che, dopo aver abbellito il cortile del Museo Civico di Viterbo, venne nascosto nei magazzini del Museo Archeologico della città, presso la Rocca Albornoziana.
Fu solo nel 1892 che Vincenzo ampliò la casa padronale sorta sui resti di un’antica costruzione fino a darle la forma attuale secondo un proprio progetto.
La nostra Famiglia ha restaurato scrupolosamente la villa che ricorda i tempi passati per offrire il comfort odierno, così come il parco di 20 ettari, valorizzandone il valore storico e il significato paesaggistico al fine di mantenere e rafforzare il suo fascino di parco romantico di inizio XX secolo, aggiungendo caratteristiche da cespugli di bosso, viburno e alloro.
Siamo stati sensibilmente assorbiti dall’ispirazione del nostro bisnonno che rivelava la nostra identità familiare attraverso la nostra proprietà e ora siamo custodi di una tradizione che trasmetteremo ai nostri figli.
